“Qui m’ascolta o m’uccidi”. La rappresentazione della persuasione da Mozart a Puccini.
Il libro focalizza l’attenzione su un aspetto inedito del grande repertorio operistico (in particolare italiano, francese, tedesco) da Mozart a Puccini, legato alla sua essenza di discorso pubblico e all’influenza nella formazione dei cittadini, nella creazione di strutture di pensiero e di comportamento collettivi attraverso forme di persuasione indirette. L’autrice esplora in particolare le scene di persuasione – costruite come “lunghi discorsi” retorici e scambi dialettici fra i personaggi. In esse emergono le asimmetrie comunicative e sociali che rimandano a differenze culturali, alla lettura del mondo offerta dagli autori. Tali scene, inoltre, mettono in luce come avviene, che cosa determina il cambiamento nel personaggio-interlocutore quando trasforma la propria disposizione e accetta la proposta altrui. La rappresentazione della persuasione rivela la fiducia nel confronto, nella qualità e nelle modalità di comunicazione, i nodi e i conflitti legati al periodo storico-politico dei diversi Paesi considerati, nonché il valore assegnato alle tecniche deputate a ottenere la persuasione, nell’epoca in cui si formano le moderne democrazie e il concetto di opinione pubblica.
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Urli, mormorii, silenzi. Sociologia della voce nel teatro musicale e nel romanzo dell’Ottocento. Carocci Editore, Roma, 2015
La voce nella sua essenza acustica è un tratto primario nell’identità di un individuo e ne indica l’appartenenza a una classe, a un gruppo, a una cultura. Come già evidenziava la retorica classica, l’importanza della gestione vocale risiede nella capacità di suscitare o spegnere emozioni e attenzione, esercitare la persuasione in un vasto uditorio o in un singolo interlocutore. Nel libro si esplora una forma particolare di conversazione, i dialoghi scritti, “trasfigurati”, assegnati ai personaggi nei prodotti culturali di massa ottocenteschi, come l’opera (in Italia) e il romanzo (in Inghilterra e in Francia), creati da autori-monumenti nazionali (Verdi, Dickens, Hugo), nel contesto di stati e modelli di cultura diversi, in diverso rapporto con la Rivoluzione Francese. Al centro dell’attenzione si pone così, la voce-suono nel testo scritto, attraverso la quale emergono informazioni fondamentali e conflittuali sulla visione del mondo, proposta dal singolo autore, sulla società a cui appartiene, anche al di là delle strategie consapevoli e controllate della comunicazione.
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Opera. Paesaggi sonori, visivi, abitati. Ambientazioni, Drammaturgia del Suono, e Personaggi nel Melodramma Italiano dell’Ottocento, LIM, Quaderni di M/R, Lucca, 2011
Uno studio sull’uso e la caratterizzazione delle ambientazioni scelte dagli operisti italiani ottocenteschi (e dei loro librettisti). Per ricostruire l’immaginario visivo e acustico di riferimento che contraddistingue autori appartenenti alla scena internazionale, tuttora protagonisti dei cartelloni teatrali (Verdi, Rossini, Bellini, Donizetti, Puccini) e altri ancora oggi eseguiti seppur con diversa fortuna (Catalani, Giordano, Mascagni, Bottesini). I loro tratti e il loro uso indicano il contesto abitativo, storico, geografico, sociale in cui si muovono i personaggi, offrono informazioni e spunti di riflessione circa il rapporto con la realtà e lo spazio instaurato dai compositori. Elementi indispensabili per una lettura critica finalizzata alla messa in scena, sia per una fruizione attiva e consapevole da parte dello spettatore, nonché per una migliore comprensione di una cultura e dei suoi prodotti artistici. Le ambientazioni e le strategie compositive che le definiscono alludono, o rimandano a situazioni anche molto destabilizzanti rispetto alle quali la censura risulta del tutto impotente. Attraverso questi intervnti i compositori esercitano una critica dello spazio che incide sulla fruizione dell’opera, sui suoi contenuti; rilevano gli spazi critici e gli spazi in crisi in cui si riflettono contraddizioni e conflitti del loro tempo.
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Don Giovanni. Le manipolazioni di un testo nell’Europa della Restaurazione. Ricordi-LIM, Le Sfere, Milano, 2004
Un aspetto poco conosciuto della vita operistica ottocentesca nell’Europa dopo la Restaurazione sono le manipolazioni delle opere “nelle cui vene -musica e testo – correvano il modo di pensare e le rotture di costume, del secolo dei Lumi”. La nostra attenzione si sofferma sul caso di Don Giovanni di Mozart, opera illuminista per eccellenza, in tre paesi esemplari: Inghilterra, Francia, Italia. Traduttori e/o arrangiatori omologati alla cultura dominante intervengono sul testo originale (libretto e partitura) con conseguenze notevoli sulla ricezione e sul significato dell’opera, di cui ancora oggi subiamo gli effetti.
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Ho contribuito con saggi a:
Annuario dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani n° 27 – “Una trilogia per tempi di guerra”
intervista per Fahrenheit del 27 11 2018, Radio Tre Rai
Pucitta. Il tumulto del grand mondo, Cafagna Ed., Bari, 2014
Quaranta per Verdi, Milano, Ricordi, 2001;
Programmi di sala dei principali teatri d’opera italiani (Teatro alla Scala, Regio di Torino, Carlo Felice di Genova, Fondazione Donizetti Bergamo).
Programmi del Teatro Regio di Torino acquistabili on line: