Testo e regia Sonia Arienta
Khore: Annamaria Rossano
Milano, Teatro Greco 2006
Khore parla con il partner, con sé, con il pubblico da una suite di un hotel di lusso (ospite speciale in una favolosa luna di miele) e da una pensioncina in riva al mare, da un’isola deserta e da un faro. Di fronte a un kit di sopravvivenza composto da una bottiglia d’acqua, bicchiere, posate, piatto di plastica e una coperta…
Chi è la protagonista, dove si trova davvero e in seguito a quale circostanze, sarà lo spettatore stesso a scoprirlo seguendo il percorso dei fatti che caratterizzano questa elaborazione del mito di Arianna ambientato ai nostri giorni, scelto perché offre molteplici possibilità di riflessione sul ruolo femminile nella vita di coppia e nella famiglia. Ma non solo.
Un monologo, ma in sostanza un dialogo che scorre senza soluzione di continuità fra passaggi ironici, comici, strazianti, disperanti, ribelli. La vita di Khore è contraddittoria e la situazione la spingerà verso un finale a sorpresa ed esplosivo, in un crescendo di tensione. In ogni caso Khore propone e sottolinea i conflitti che comportano la ricerca sempre più drammatica della “normalità” e “l’equilibrio”. Sia che la protagonista si presenti come la figlia di un imprenditore alberghiero o come una semplice lavapiatti di un hotel a cinque stelle e il partner sia descritto come un marine violento o come uno scafista senza scrupoli, la vicenda di Khore si presenta come una questione di sopravvivenza. Affrontata con il furibondo coraggio di chi lotta per essere riconosciuto come persona, per rivendicare il diritto di esistere in una dimensione affettiva e umanamente dignitosa.