Don Giovanni (1787) di Mozart e Da Ponte, opera dialettica al confine tra Ancien Régime e modernità, grazie al suo ruolo di prodotto artistico dalla fama eccellente e di mito elaborato in tempi e culture diversi (quello del libertino punito), offre un caso interessante per osservare le operazioni di appropriazione culturale, le censure manifeste e latenti attuate durante la sua messa in scena, nel corso della sua lunga vita sui palcoscenici internazionali.
Queste situazioni, sovente, sfuggono al pubblico del passato e a quello contemporaneo. Per questo, desidero richiamare l’attenzione sul viaggio avventuroso compiuto da quest’opera mozartiana sui palcoscenici francesi, inglesi e italiani nel corso dell’Ottocento.